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c’è una cosa che mi capita ogni volta che esco dalla metro a Lambrate, una sensazione e una presa di coscienza che mi fa sorridere. 

ma come è possibile che la gente corra così tanto, se di treni ne passano uno ogni due minuti e mezzo? io non credo che quei due minuti e mezzo possano cambiare il tuo status da “stronzo ritardatario” a “madonna sei un grande sei arrivato in orario”. la gente corre, la gente ha fretta, e questa fretta te la trasmette, e se tu non vuoi che te la attacchino, puoi anche provare a mettere la mascherina, non ti sarà di grande aiuto.

è difficile rendersene conto, quando cammini specialmente, adatti il tuo passo alla frequenza e ampiezza della signora che ti sta accanto che deve andare alla Rinascente a comprare il set di posate in argento per la nipote che si sposa, e lo deve fare prima che chiuda il negozio. 

capita spesso. 

di accelerare il passo, non la cosa delle posate.

però, quando riesci a vedere tutto dall’esterno, un ghigno ti compare in volto, e tu conscio di essere conscio, l’eccezione,  l’illuminato dalla ratio, un essere superiore, un dio. poi ti ricordi di non essere nulla di cui appena detto, ma solamente un’altra pecorella che, però, sta camminando più lentamente, con un sorriso da ebete in faccia, che ha aperto gli occhi solo per questi cinque minuti. che poi, dal punto di vista dei passanti, che mi circondano e mi superano sulle scale per uscire, io sto andando in retromarcia. 

eh si, presi nella loro fermezza di moto affannato, quello che vedono quando mi incontrano è un groviglio di capelli che cammina all’indietro, e subito sono alle loro spalle, non si volteranno, non vedranno che sorrido di loro. 

quanta superiorità non giustificata in questo gesto.

eppure è piacevole, capire quello che si sta facendo e non affrettarsi, rallentare. 

vedere il semaforo giallo e fermarsi invece di correre dall’altra parte della strada.

o guardare la metro partire davanti a te, sbattendotene il cazzo che gli altri dovranno aspettarti tre minuti in più.

oppure camminare sotto la pioggia senza fretta e senza ombrello, dato che l’hai prestato a Giulia e lei te lo ha rotto.

prendetevi il vostro tempo, fatevi superare, alla fine della gara ci sarete solo voi al traguardo.

e sarete morti.

2023-01-10
AMANDOCINO
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