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qualche giorno fa mi sono imbattuto, mentre pulivo la stanza, nel mio vecchio diario. ho riletto le pagine che scrivevo quotidianamente mentre ero in Costa Rica e ho ripercorso i fiumi di pensieri scollegati di cui tenevo traccia.

nel farlo, mi sono reso conto di quanto quei due mesi mi abbiano aiutato a ritrovare il mio rapporto con il “bambino interiore”: quella parte di tutti noi che reagisce alle cose con stupore e purezza, e che con l’età adulta spesso si addormenta senza che ce ne accorgiamo.

è un tema che ci si è presentato nella vita molteplici volte, sotto svariate forme e modalità.

trovarmi in un ambiente dove anche la morfologia di alberi e animali mi era ignota, il fatto di essere solo e non vedere che sconosciuti, il dover trovare un modo per comunicare alle persone apprendendo la loro lingua: sono tutte circostanze che mi hanno messo, difatti, nella posizione di un bambino alla scoperta del mondo. e per quanto nei primi giorni ne sia stato terrorizzato, col passare dei giorni ho capito come affrontare questa nuova condizione. 

il role play del bambino è diventato presto la quotidianità, complici anche i compagni di viaggio trovati lungo la strada, che probabilmente stavano vivendo la mia stessa situazione. 

con loro sono rinati i giochi stupidi che facevamo da bambini, su tutti macchina gialla (non ne abbiamo trovate molte a dire il vero) o il gioco del tondino. e con i giochi sono tornate le battute terribili che facevamo da piccoli, la competitività infantile, gli scherzi stupidi, ma sopratutto una grande solidarietà e affettuosità tra tutti noi. 

ho capito che l’adrenalina nel dire di sì davanti ad una proposta quale “corriamo, l’ultimo che arriva è scemo”, non ha prezzo (ho vinto io). e credo che tutto questo contesto mi abbia permesso di costruire relazioni più radicate e sincere.

è stato un pò come se stessimo crescendo tutti insieme di nuovo, come se ogni pomeriggio fosse un normale dopo scuola del periodo delle elementari.

abbiamo trovato il punto di contatto tra l’essere maturi ed essere primordiali, e abbiamo imparato ad affrontare le giornate così.

negli ultimi due anni ho cercato di non abbandonare o dimenticare questa prospettiva. specialmente quando sono con le persone che amo, scherzo come se avessi 10 anni e cerco di alleggerire le situazioni quanto riesco in questo modo.

negli ultimi anni, credo di essermi inconsciamente circondato di persone che comprendono questo modo di pensare e in parte lo condividono anche. 

sono contento sia finito il tempo in cui si cerca di apparire adulti anche quando non è necessario.

che poi, sono contento e basta. forse è l’unico motivo valido che mi giustifica dallo scrivere tante cazzate.

2024-04-28
AMANDOCINO
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