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anche oggi inizia una giornata come inizieranno le precedenti venticinque e come sono iniziate le prossime trentadue, molto semplice: caffè di due giorni fa, riscaldato per la terza volta, perché avere la moka formato famiglia e fare colazione da solo risuona un pò così. 

con effetto immediato si vola in bagno, e cerco di capire cosa devo fare oggi secondo la mia task list, la quale recita "studiare" e "andare avanti coi progetti"

queste due cose sono le uniche concessemi da fare oggi. mangiare, bere e parlare non sono comprese nel pacchetto esclusivo “sessione estiva”, e mi sta bene così, voglio finire a Luglio, ed è IMPOSSIBILE che io non riesca a laurearmi in questa sessione, ripeto IMPOSSIBILE.

mi lavo i denti e noto che abbiamo cinque spazzolini in bagno, ma viviamo solo in due in questo appartamento, chissà.

vado al Poli a studiare e passo per la stazione Lambrate, mi innervosisce il fatto che quando incrocio lo sguardo di una ragazza e non so dove mettere gli occhi dall’imbarazzo, finisce sempre sulle sue gambe o nell’angolo in alto a sinistra del mio campo visivo, di solito corrispondente a un soffitto bianco con delle ragnatele. è un automatismo di merda col quale convivo.

comunque ad aspettare la metro c’è un vecchietto che racconta per dieci minuti di aver scambiato un millimetro cubo con un centimetro cubo, rimarcando questo errore e le differenze tra le due unità di misura al suo amico in silenzio, che tanto non gliene frega un cazzo a lui.

arrivato in università non saprei descrivere cosa succede quando entro in biblioteca, ma la sensazione è quella di disconnessione completa e totale, e in un attimo è già ora di tornare a casa a mangiare le mezze pennette rigate con pomodorini e mozzarella, e le carote in padella.

possibile?

2023-05-13
AMANDOCINO
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