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non è stato emozionante come credevo sarebbe stato, questa è la cruda verità.

ma partiamo dal principio di tutta questa storia prima di affrettarci a sparare giudizi universali. 

facciamo che il principio è in realtà il termine di una lunga giornata passata in giro. mi trovo, quindi, sul letto della mia ancora spoglia stanzetta universitaria ad Otaniemi. guardo video di indiani che fanno reel motivazionali, foto di piatti di fagiolini accompagnati da un sassofono, e i cigni del mac. un classico prima di andare a dormire.

che poi anche qui, in questa settimana che è venuta a trovarmi giorgia non siamo mai andati a dormire dopo mezzanotte. i 10km giornalieri di camminate si sentono quando raggiungi una certa età… il caso ha voluto che per una notte soltanto l’orologio segnasse l’una ed entrambi avessimo più o meno gli occhi aperti, quando arriva una notifica sul telefono: “Look up! There might be northern lights!”

il bot di telegram avverte quando c’è possibilità di vedere l’aurora boreale qui vicino l’università. è rarissimo che si riesca a vedere qui a sud, sopratutto vicino Helsinki e il suo inquinamento luminoso che si porta dietro. è l’una di notte, le previsioni sui peggiori siti finlandesi dicono che la probabilità di vedere l’aurora nella seguente mezz’ora è di circa il 12%. fuori fa molto freddo e noi siamo già mezzi addormentati nel letto. una sofferenza, ma dopo una ventina di minuti di indecisione decidiamo di vestirci ed uscire per andare a caccia dell’aurora.

il posto più adatto potrebbe essere la stazione di birdwatching dietro il dipartimento di computer science, è a 20 minuti a piedi da casa. voglio morire. non possiamo non provare, io sono qui per un anno e avrò sicuramente altre occasioni, ma giorgia è qui per sei giorni scarsi, ha senso andare.

con le aspettative poco più alte dei fili d’erba selvatica che incontriamo nel sentiero buio, arriviamo a destinazione. il mio cuore prima si ferma poi va a tremila all’ora. c’era un coglione accovacciato in un angolino appena saliti gli scalini di legno, mi è preso un infarto. poi riesco finalmente a guardare il cielo aperto come, come non mi viene in mente un esempio che non sia offensivo verso il tipo di prima. in sottofondo ‘solo’ centinaia di anatre nella palude di fronte che hanno deciso di fare la festa grande, proprio quella notte.

si vede poco e niente, un alone chiaro, che sembra verdino si, ma forse è solo suggestione e sforzo per giustificare la nostra uscita di casa. più cerchiamo di riprenderci data la corsa fatta per arrivare lì, più queste suggestioni sembrano diventare forti ed evidenti. tanto che ad una certa quell’alone diventa quasi una macchia, una nuvoletta d’aria densa, e quel verdino inizia ad essere sempre più evidente, ad acquisire contrasto. è questo il momento in cui l’idea di aurora diventa effettivamente realtà.

con movimenti impercettibili queste onde colorate si muovono e si espandono sopra tutto il cielo, acquisendo forma e luminosità dei bordi dei fogli di carta quando bruciano. poi quello che succede in cinque minuti è incredibile. guardando la macchia verde sulla sinistra, qualcuno decide d’un tratto di aggiungere una goccia di rosso e di passare sopra questa grande macchia d’inchiostro con il dorso della mano. proprio come quando si creano le sbavature scrivendo a penna sul tema di italiano del terzo superiore, così l’effetto che si crea in cielo. queste sbavature si trasformano in raggi luminescenti di colore e luce che piovono dal nulla cosmico.

non so più dove guardare, sembra la fine del mondo e non posso trattenere la pelle d’oca e i lacrimoni che si formano sui miei occhi come se Eolo mi stesse soffiando dritto negli occhi. 

il cielo sembra un enorme goleador alla frutta, una goleador italiana, e mi viene davvero da piangere. il romanticismo.

con cautela la visione inizia a svanire e a diventare passato. lo spettacolo sta finendo, mi ha lasciato senza fiato e senza parole.

ho capito che quando si parla di “destino” s’intende spesso giustificare l’inefficenza intellettiva nel comprendere quanto poco è probabile che si verifichi una particolare serie concatenata di eventi.

è vero che per poter vedere il cigno nero, devi prima di tutto metterti nelle condizioni di farlo. non avrei mai pensato di trovarmi in una situazione del genere, forse ho giocato le carte quando dovevo giocarle. 

ripeto, non è stato emozionante come credevo sarebbe stato, è stato molto molto di più.

2023-09-29
AMANDOCINO
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